18 aprile 2013

Cosa mi fa star bene..

Dopo la brutta aria che ha tirato giorni fa su questo blog, mi sembra doveroso riemergere con un post più lucido e più felice.
Gli amici a volte ti sorprendono e riescono a darti la carica, anche con semplici parole a cui magari tu avevi pensato, ma non con la stessa intensità.
Ancora una volta sono le semplici parole che mi fanno riflettere (grazie, di cuore...).
Da qualche tempo ho un leggero, ma proprio leggeeero senso di inadeguatezza di fronte a questo mondo, che mi vuole adulta e superresponsabile, possibilmente in giacca e cravatta e con un modo di parlare a metà strada tra il serio e lo stronzo (ops, ho detto una parolaccia).
Forse non è il mio posto, la sento quella cacchio di scrivania che mi guarda e mi dice che quello è il mio posto..beh cara scrivania, forse tra qualche anno sarò pronta, non ora.
Se avessi seguito il cuore tre anni fa, oggi sarei con un bel grembiulone azzurro, circondata da 20 bimbi vocianti, ridenti e urlanti, ma sono stata stupida e ho ascoltato la testa.
Mi rendo conto anche che una vita di rimpianti non è vita...quindi, cosa mi vieta di cercare un lavoro che mi faccia star bene? Sono davvero, DAVVERO costretta a seguire questa strada? Certo il pensiero dell'università pagata dai miei mi fa dire di sì, ma non appena cerco tutti quei "visual merchandiser of the world" e "instant editor graphic" mi gira la testa..sia perchè tutto quell'inglese fa girare le balle, sia perchè non è quella la mia strada.
Oggi, in data 18 aprile, mi impegno a capire la mia strada, a smetterla di autocommiserarmi troppo, a godermi questa piffero di vita con il mio fidanzato, la mia famiglia e i miei VERI amici....pian piano ce la farò! So di ingranare più tardi degli altri, ma alla fine ingrano!!

15 aprile 2013

Sentirsi come sul ciglio di un trampolino

Ok, è ufficiale, sono andata, confusa e sinceramente disorientata!
Pensavo e speravo che queste sensazioni sarebbero arrivate tra qualche settimana, non a sei giorni dalla laurea!
Mi guardo intorno alla ricerca di un lavoro e...oddio è terribile, terribile, ma possibile che solo io non ci capisca una mazza di niente? Possibile che schiere di ragazzi laureati trovano lavoro, sanno come e cosa cercare, ci provano e io debba sempre restare due passi dietro gli altri?
Niente, non ce la faccio, apro una finestra e mi piglia il panico, un panico allucinante leggendo tutti quei requisiti, tutti quei lavori in cui io, porca vacca, non mi ci riesco proprio a trovare!
Non ce la faccio, leggo, sto attenta, cerco di capire, ma non è il mio mondo, non questo, possibile?
Dov'è finito l'entusiasmo trascinatore di due giorni fa? Possibile che si sia già spento?
Ecco, è come se mi trovassi su un trampolino, pronta per saltare...ma qualcosa mi blocca, non riesco a saltare, forse il trampolino è troppo alto, forse l'acqua sembra troppo profonda, forse potrei farmi male cadendo...così continuo a rimanere su quel trampolino.
Scelgo di scendere, insomma, chi me lo fa fare di starci se tanto ho paura a saltare? Ma non posso...non posso più scendere, ormai ci sono, non mi sono lasciata molto dietro, solo una scaletta.
Allora aspetto...l'ispirazione, il momento decisivo, una spinta, non so cosa aspetto....so che alla fine ci sarà chi mi curerà le ferite se la caduta sarà dolorosa, o che mi lancerà un salvagente se mi sentirò affogare, o che sarebbe anche capace di accorciare le gambe di quello stupido trampolino.
Come si fa però quando la diretta interessata rimane come paralizzata su quello stupido trampolino?
Dio, quanto avrei voluto rimanere alla base di quella stupida scaletta...

10 aprile 2013

La mia laurea

Ebbene sì.
Anche io, finalmente, faccio parte di questa categoria: sono una laureata in Scienze della comunicazione.
Dopo un cammino lungo, difficile, fatto di gioie e dolori, sono arrivata alla fine di un percorso durato tre anni.

Sono bastati dieci minuti, forse quindici di discussione...ed ero fuori! Forse, col senno di poi, avrei spiegato meglio quel concetto, forse mi sarei dovuta incespicare meno, forse avrei dovuto essere più sicura, le classiche insicurezze...ma a modo mio, tuttavia buono e dignitoso, mi sono portata a casa un 97 che proprio non mi aspettavo!
L'adrenalina e l'emozione di ieri lasciano spazio ai mille dubbi e interrogativi che mi faccio oggi: da che parte comincio? Non sono più una studentessa, eppure mi ci sento ancora...come combattere questa sensazione?
Il ricordo alle lezioni, ai disegnini stupidi, ai caffè, ai pranzi è ancora vivido, sembrava fosse passata un'eternità, invece oggi mi rendo conto di quanto il tempo sia volato veloce e di quante emozioni non rivivrò più...certo, le amicizie non si distruggono, quelle rimangono nel tempo...ma tutta la mia vita da universitaria è un capitolo del passato (sarà giusto poi chiamarlo passato? In fondo è passato solo un giorno!).
Ricordo ancora la primissima volta che entrai in Ateneo: quanto ero emozionata! Il cortile, le aule, i ragazzi con le loro tracolle e i libri sottomano che correvano da una parte all'altra, o che semplicemente si concedevano una pausa con gli amici! Guardando quella scena pensavo: "Non vedo l'ora di vivere queste cose anche io!", volevo sentirmi universitaria fino in fondo....forse qualcosa andò storto perchè una studentessa lo ero, ma non mi sono mai sentita universitaria fino in fondo, forse per colpa della poca voglia di crescere, forse dei troppi film americani che ho guardato.
Le amicizie, quelle continueranno a seguirmi, anche se non seguiamo più le stesse lezioni, anche se ognuno di noi ha scelto un percorso diverso, tra chi ha scelto di continuare la magistrale e chi di fermarsi alla triennale.

Vi voglio bene, a tutti, non potevo chiedere amici più splendidi di voi.
Per tre anni siete stati la mia roccia, la spalla su cui piangere, la compagnia con la quale scherzare e uscire, con ognuno di voi si è creato un rapporto speciale e unico.
Vi ringrazio, anche se non tutti leggeranno queste mie parole, sappiate che vi adoro, dal profondo del mio cuore.